L’ARSENALE DEL NEONAZISTA TICINESE SEMPRE PIU’ INQUIETANTE

FONTE: BLICK.CH – 3 SETTEMBRE 2020

La polizia trova un dispositivo di guida per missili antiaerei!

Oltre a un missile a medio raggio in un hangar italiano di proprietà di Antonio M.* (42) di Bissone TI, i funzionari italiani hanno scoperto dispositivi di guida per missili antinave e antiaerei.

Myrte Müller

Si tratta di pezzi di un puzzle altamente esplosivo. Una volta assemblati, formano un quadro da brividi. Infatti, con i pezzi di armi che la polizia italiana ha scoperto nell’arsenale di Antonio M.* (42) di Bissone TI si fa la guerra.

Già il ritrovamento del missile francese a medio raggio a metà luglio 2019 aveva fatto scalpore. Poco dopo, gli agenti hanno sequestrato nello stesso hangar dell’aeroporto di Voghera (I) due missili LR-0 per lanciamissili destinati all’armamento di aerei MB339 (come riportato da BLICK).
Parti di armi per missili antinave e antiaerei

Ora sono stati trovati anche diversi dispositivi di guida e controllo che hanno un grande potenziale. Alcuni innescano il lancio di missili antinave, i cosiddetti Sea Killer. Altri servono missili antiaerei sovietici del tipo SA-8 e missili aria-aria supersonici, modello AIM-7 Sparrow di produzione statunitense.

In confronto, le mitragliatrici, i fucili d’assalto, le bombe a mano, le pistole e le munizioni sequestrate dalla polizia italiana presso il complice dello svizzero, Francesco B.* (60), a Gallarate (I) e Massa-Carrara (I), sembrano quasi innocue.

Cosa ci fa questo pesante armamento militare nelle mani di un neonazista svizzero? Se lo chiedono non solo l’unità speciale antiterrorismo della polizia italiana, ma anche la Procura federale svizzera e l’FBI.

Un ex agente del KGB ha messo la polizia sulle tracce dei neonazisti

La polizia italiana è riuscita a rintracciare il trafficante d’armi ticinese grazie alla segnalazione di un ex agente del KGB. Quest’ultimo ha informato gli investigatori torinesi che alcuni nazionalisti ucraini stavano pianificando un attentato contro il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini (46). La segnalazione si è rivelata falsa.

Ma le intercettazioni telefoniche effettuate in seguito hanno rivelato che cinque neonazisti italiani, che in Ucraina combattevano a fianco dei nazionalisti contro i separatisti nella regione del Donbass, erano interessati all’acquisto del missile francese a medio raggio tramite Whatsapp.

Francesco B. ha cercato di mediare la vendita del missile. Attraverso l’ex ispettore doganale ed ex candidato del partito italiano di estrema destra Forza Nuova, la polizia torinese è infine risalita ad Antonio M. di Bissone TI.
Antonio M. e i suoi dubbi soci in affari

Anche il suo passato è oscuro. Ufficialmente, l’ex dipendente della Ruag commerciava in aerei usati. Gli affari venivano condotti tramite le sue società svizzere, tra cui la Swiss Global Aerospace AG. Tra i suoi soci in affari figuravano personaggi discutibili come lo svizzero Armando S.* (54). L’uomo, originario di Cresciano, è stato condannato in Italia nel 2010 a otto anni di reclusione per aver venduto materiale bellico all’Iran.

La Swiss Global Aerospace AG, precedentemente iscritta nel registro di commercio come Tremon Holding AG, ha acquisito Antonio M. da un avvocato ticinese – Gianpaolo F.* era già stato indagato in Italia nel 1987 per traffico internazionale di armi (con Israele e Somalia).

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